(Ri)Scritture Anonime e Operatori Perforati: Il Found-Footage Fotofilmico di Paolo Gioli

Authors

  • Bruno Di Mariano Gioli Sem registro de afiliação

DOI:

https://doi.org/10.11606/issn.2316-4077.v3i6p71-75

Keywords:

Found footage, Paolo Gioli

Abstract

Se intendiamo il termine found-footage in un’accezione più estesa – come secondo me dovrebbe essere, includendo non solo film ma anche fotografie o riprese dalla televisione – allora gran parte del cinema di Paolo Gioli può considerarsi found-footage, non solo perché utilizza di fatto materiale pre-esistente (immagini fisse poi animate, spezzoni filmici “trovati”, inserti di altro tipo), ma anche perché concettualmente si rifà a tecniche primigenie rinnovandole, oppure modifica dispositivi, quindi macchine già esistenti, con l’intento di rendere omaggio ad artisti e creatori del passato (Muybridge, Marey, Escher, Fox Talbot, Rothko, Duchamp, ecc.). Certo, sono diversi i film di Gioli basati su sequenze prodotte ex-novo, ma l’originalità in sé non è importante, anzi, potremmo dire nella sua poetica fotofilmica ciò che conta davvero è il ri-pensare l’immagine.

Author Biography

  • Bruno Di Mariano Gioli, Sem registro de afiliação

    Born in Salerno in 1966. Essayst, researcher in cinema and video, teacher, organiser of exhibitions and retrospectives, director of festivals. In 1993 founded, and until 2001 directed, the audiovisual archives of the Museum of Contemporary Art - Rome’s ‘La Sapienza’ University. Since 2001 has been consultant to Rarovideo home video’s label.

Published

2014-02-08